04/09/25

inventario / ermanno guantini. 2025

 

la stanza chiusa i passi in progressione esatta la posizione del corpo l'armadio a due ante una porta con dietro un porto sicuro di luce il rivestimento in linoleum venuto via solo in alcuni punti sempre la stessa isola ad ogni ripresa la macchia appena a sinistra del bulbo oculare un aereo della Ryan in scia l'assenza di alcun suono la ripresa dello sguardo la dolcezza della notte in campi bianchi e lucidi l'alternanza di fuochi sulle colline in esplosione inerte lo scatto multiplo della reflex in quattro fasi le foto posizionate in ordine sparso sulla superficie del tavolo di cucina una predominanza dei grigi tenui all'interno dell'androne la scala in marmi pallidissimi

le fecce nel degradare della terrazza sulla superficie del mare la distensione della pelle sotto la lamina del sole un'apertura ISO 80 nella macro sulla libellula sanguigna appena fuori fuoco la connessione del cielo senza nuvole con lo sguardo periferico dentro l'abitacolo curvo della depressione i campi a perdita ricoperti di acqua piovana fino al limitare del sentiero bianco lo sparo cieco sulla farfalla in volo il sibilo dell'autofocus la spazzata lungo il pavimento del condominio appena una mancanza di sicurezza nella passeggiata sulla piazza senza umana presenza la nave appena di sbieco di quaranta gradi a contrasto di un vespro lineare sequenza alternati ad una corrosione di dolcezza docile a portata di mano

la porta di ferro a cornice del mattino sul profilo morbido delle colline di verde a due terzi di campo un terzo solo il cielo la profondità della scala nel chiostro del palazzo d'epoca un albero di limone ancora giovane virgulto la mole forte dello scafo nella dolcezza dell'ora blu lo sguardo del padre di famiglia con in braccio il piccolo piccolo lungo il profilo affettuoso del mare a perdersi un'aria di sereno ottobre nello sguardo clinico della signora ormai alla ricerca vana del percorso cifrato la contrazione della pupilla alla luce rarefatto l'occhio disattento dilatato dalla ripetizione del tempo breve lungo il letto disfatto come la volta prima e la volta prima ancora in un'esplosione senza sonoro nella contrazione del contagio urbano

la danza del giovane con il cappello in mano per le elemosine gli applausi distratti del pubblico in concorrenza la testa greve nelle mani lungo il percorso modulare della linea B una sfuriata di coriandoli gialli e amaranti e peci sulla piazza sfollata dopo il carnevale sotto le scie eclettiche lungo il vento nei capelli delle vele in kite surf la colatura del magma nel documentario asiatico all'interno del primo monitor il pianto sommesso del ragazzo all'interno della prima stanza solo una piega del corpo appena accennata quasi un vezzo un'isola di sonno disegnata sul profilo del materasso quasi una sindone sopra il lenzuolo

ancora il colpo ossessivo di maestrale sulla vetrata doppia ogni tanto il rinserrare del vento in colpi contenuti il riflesso del viso un calco dello sguardo sul vetro in un'appannatura nella musica di bassi il ragazzo gremito di suoni con le sue JBK nere sulle orecchie calcato il viso sul doppio vetro nel brusio protratto la fisionomia di un volto baciato dall'insonnia i minuti contati a rovescio uno ad uno nel secondo monitor la porta semiaperta con fioca luce a contrasto la protrusione dell'ernia il conforto dolce coatto sotto il riverbero del sole la luna di sbieco dal lato oscuro del cortile appena la forma distorta del naso appiccicato nel vetro riflesso il muco intuito lungo la vetrata in una linea rifratta la colata di resina sul piano di lavoro il discorso sbriciolato sulla superficie gli attrezzi appena riposti i corvi a beccare uno ad uno nel terzo