08/07/07

Riccardo Cavallo: Iscrizione su rovine d'arcadia

Iscrizione su rovine d’arcadia

L’estate significava birre gelate e troie infoiate

l’inverno uno straccio con vecchie macchie di sperma

da che la luce invertì il suo corso né la vita ebbe neppure più il nome di vita ma

dell’angoscia che vi cercava vita sparita e nomi della vita una plausibile ma da chi

genesi di scrivere e parlare, la tragedia tutta nei nomi

nella nominazione il dramma più in là una fabula non detta e non letta

05/07/07

Céline Guichard: Le rêve de fruits


Quelques mètres de pelouse me séparent de la maisonnette construite au fond du jardin. De part et d’autre devant moi, deux grands arbres fruitiers. Celui de gauche est un abricotier l’autre un pommier. Les fruits des deux arbres sont énormes, ils sont si mûrs que leurs chairs s’écroulent. Il y a des guêpes et des abeilles partout. Ça sent le fruit chaud et pourri. J’entre dans la petite maison. C’est une pièce sombre avec un lit et puis en face, une porte qui donne sur la rue. Des femmes avec les bras chargés de plats orientaux entrent. Elles sont nues. Il y a un homme nu lui aussi et des chevaux. Et puis plus personne. Je m’endors sur le lit. Une masse sombre entre. Elle essaye de me toucher avec un drôle de bâton monté en spirale. J’attrape le bout de celui-ci, je me dis qu’il est en carton. La masse est maintenant plus dense, plus noire aussi. Elle prend forme humaine. Géante. Elle m’enserre, serre. Et puis... Plus personne. Plus rien. Un homme entre, il semble me connaître. Il est manifestement un habitué des lieux. Moi, je ne l’ai jamais vu. Il me demande de lui faire l’amour pour mille euros. Je monte sur lui pour lui faire son affaire. Il me tripote énergiquement les seins. On fait l’amour. C’est rapide. Il me tend un chèque. Il part. C’est un chèque en blanc, en guise d’adresse il y a écrit : agence de voyages. Et en bas à gauche du chèque, en petites lettres noires, ce mot : présage.
C.G




Il sogno della frutta.

Qualche metro di prato mi separa dalla casetta costruita in fondo al giardino. Da una parta e dall’altra, di fronte a me, due grandi alberi da frutto. Quello di sinistra è un albicocco, l’altro un melo. I frutti dei due alberi sono enormi, tanto maturi che le loro carni si sfaldano. Ci sono vespe e api dappertutto. Sentono la frutta calda e marcia. Entro nella casetta. C’è una stanza scura con un letto e, di fronte, una porta che dà sulla strada. Entrano alcune donne con le braccia cariche di portate orientali. Sono nude. C’è un uomo, anch’egli nudo, e dei cavalli. Poi più nessuno. M’addormento sul letto. Una massa scura entra. Prova a toccarmi con uno strano bastone a spirale. Ne afferro la punta, mi dico essere di cartone. La massa è ora più densa, e più nera. Assume una forma umana. Gigante. Mi blocca, stringe. Entra un uomo, sembra conoscermi. È chiaramente familiare al luogo. Io però non l’ho mai visto. Mi chiede di fare l’amore con lui per mille euro. Io monto su di lui per combinare l’affare. Mi strapazza energicamente i seni. Facciamo l’amore. Rapidamente. Mi dà un assegno. Se ne va. È un assegno in bianco, come indirizzo c’è scritto: agenzia di viaggi. E in basso, a sinistra dell’assegno, in piccoli caratteri neri, questa parola: presagio.

03/07/07

Céline Guichard: Hygiène de vie


Penser à masser mon égo une fois par jour pendant au moins une à deux minutes.
C.G



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Pensare a massaggiare il mio ego una volta al giorno per almeno uno o due minuti.





02/07/07

Memoria delle barche da oblio (a b



lui che ha finito, adesso aspetta
sì, ma prima, prima
un'informazione, un insieme di parole (loro l’ordine). nel luogo apposito si declinano termini a coniugare altri termini. in cerchi fatti non da mani umane ma
correttamente comunicati. si dice ciò che noi
passo obbligato. si crede. stesso passo. prima elevazione
contemporaneamente alla terra. si vede. b prende qualcosa, inserisce qualcosa, sembra qualcosa. dice è per provare. provare che
era nell’aria che parlava, parlava
dove sarebbe bene arrivare e andare
fa poi il punto riguardo un certo numero di questioni da risolvere. le trova in uno stato pessimo
sa di esserci stata molto e, confessa, piacevolmente, in un certo luogo. vorrebbe specificare quale ma ciò di cui parla corrisponde a un’improvvisa discesa, o meglio, caduta. eppure non si dà pace. irriducibile a ogni combinazione o ipotesi per
peso dei gravi. finisce di dire. sarà che, per forza
guarda, l’unica sarebbe la separazione del vedere dallo stare ma non il sonoro, il sonoro proprio no. e non ci sarà trama che possa t
per quanto riguarda il discorso, il sonoro, una voce a proposito di chissà cosa, che allo stesso tempo parla e che allo stesso tempo vede un’altra cosa a qualche altra cosa simile a ciò di cui poi si parlerà ancora di qualcosa ancora di un’altra cosa ad un’altra cosa simile a
farne una separazione no, una distinzione, forse. ma il sonoro... per forza, a garantirne la separazione
ma come si fa non lo dice