01/10/24

D&G


...Le macchine desideranti [...] non cessano di guastarsi funzionando, non funzionano che guaste: del produrre si innesta sempre sul prodotto, e i pezzi della macchina sono altresì il suo combustibile. L'arte utilizza spesso questa proprietà creando veri e propri fantasmi di gruppo che cortocircuitano la produzione sociale con una produzione desiderante, e introducono una funzione di guasto nella riproduzione di macchine tecniche. Così i violini bruciati d'Arman, e le vetture compresse di César. Piú generalmente, il metodo di paranoia critica di Dalí assicura l'esplosione di una macchina desiderante in un oggetto di produzione sociale. Ma già Ravel preferiva il guasto all'usura, e sostituiva al minimo o allo spegnimento graduale le fermate brusche, le esitazioni, le vibrazioni, i colpi a vuoto, le rotture. L'artista è il signore degli oggetti; egli reintegra nella sua arte oggetti rotti, bruciati, guasti per ricondurli al regime delle macchine desideranti il cui guasto fa parte del funzionamento stesso; presenta macchine paranoiche, miracolanti, celibi come altrettante macchine tecniche, salvo a minare le macchine tecniche con macchine desideranti. Ben più l'opera d'arte è macchina desiderante essa stessa. L`artista ammucchia il suo tesoro per una prossima esplosione, e proprio per questo trova che le distruzioni, veramente, non giungono abbastanza presto...

Gilles Deleuze - Félix Guattari, L'anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia (Einaudi 1975, p. 34)







 

21/08/24

giulio paolini

Una statua in gesso simula un originale che non vediamo, una fotografia ci riferisce qualcosa a cui non assistiamo direttamente, un disegno prospettico allontana il piano della visione di quel poco che ci consente di non vedere la tela su cui è fatto. Il mappamondo che a volte ho usato mi è congeniale come tutte le cose che ripetono e citano essendo dei falsi. Dei simulacri paradossali, schietti, trasparenti di un'altra cosa. Mi affascina ogni congegno di falsificazione, di finzione del racconto attraverso materiali.

da “flash art” (agosto-settembre 2008)






Giulio Paolini, Lo spazio, 1965




Giulio Paolini : Mlle du Val L'ognes (da jacques louis david)


17/08/24

la propulsione come fenomeno pop. | -lontano dagli occhi / luca zanini. 2024

I
la linea immaginaria or not è stata lungamente osservata declassato il rumore proveniente da un ammasso di sgretolanti la divisione come forma definiva ottimizza ottimizzano decolora una] stagione sotto* i ripari delle acidule danno i gruppi ottici scartavetrati sotto* pellicole aderenti scoppia il caso] uno manca due] [lo] mancano esce] in versione integrale la civiltà l'à]ccento grave 

la linea prende il sopravvento manda la posizione in pericolo è] vuota è necessariamente inespressa i fori nel muro li abitano in fretta la ferocia del canto corale disattivata

proposte articoli band à part montaggi e idrosuture le perdite sono sotto carica sciolgono bicchieri di mosche da export filo e miccia tenuti in bocca non hanno sapore precedono] di una tacca le feste comandate i piani quinquennali bobine] di riserva 

non] [funziona di notte è spenta di] nuovo dicere l'ordigno to be -o bee

secondo la casistica dai soffitti si hanno venti di bolina sottintesi verifiche meccanografiche] per la mancanza di urbanistica spicciola abitano fuori dall'ottica uno scoppio due scoppi le] macchine da cucire a macchia iperveloci il senso][di marcia beside the sea oil] on paper oil

prodotto specifico non] parla ha [pieno di magneti ha il plastico-con nell'] ordine delle montagne dei laghi i triangoli rossi nell'ordine accennando tempestose si] ammorba si butta la direzione centrale le fasi lunari fullmovie until the end

è] del soccorso sottostimato sinergie applicate ai] ghosting la ghiera del luna park caricata è riportata la scadenza per i combustibili senza provenienza per i convertiti senza uno o due] archi di tempo da remoto o] rinomata località cedesi a piedi tre volte tre giorni scorrimento veloce banda larga becco da semi 

categorie nelle il] profilo come il segnale di nuovo pedinato sotto la grandine la] polveriera con la santa di latta due chiodi rivoli nodosi sotto falso nome si mettono nei classificatori il danno coincide una manciata di stufatori fotoni nella città la polvere nuoce e muove i parassiti sono alla fame sono] castigati dai gas domestici
  
  
II
dappertutto si consuma un niente] trasferisce alfabasic sinopie suffisso calmiere odeporico -o crolla] sulla superstrada avicola scivola dal vivo al decorso e brilla miscela di stupefatti esplosi 
   
   
III
-i] flani lanciati sottili -i 
           

06/08/24

an anthology of asemic handwriting (2013)

a cura di michael jacobson e tim gaze : an anthology of asemic handwriting (2013) 

: archive.org

grazie per la segnalazione a johncoulthart.com





04/08/24

luciano fabro


...Perché noi ci siamo buttati in un'avventura che ci porta a scoprire i nostri limiti. per lavorare, per studiare, dobbiamo scoprire i nostri limiti culturali e di sensibilità. Dobbiamo scoprire i nostri limiti inventivi, la nostra difficoltà di crederci artisti. Una volta messi di fronte a tutta questa complessità, bisogna cominciare con pazienza e indirizzare il lavoro...






03/08/24

a. r. luciani : elettroencefalogramma





02/08/24

riccardo cavallo : allegorie della scrittura


qui la contemplazione definitiva che pone termine alle avventure della black army, un melange di uccisioni stupri e saccheggi senza nessun ordine di priorità né alcun'altra forma di ordine, troppi debiti di gioco per tornare indietro - invece qui fra caffè neri sfoglie involti ripieni e brucia incenso per la dea e ne sale fumo al di sopra della scrivania cosparsa di monete e pacchetti di sigarette se si tratti di mnemosine elencata fra i titani oppure insieme della distruttrice dei ricordi e di ogni male non c'è comunque motivo al mondo per andarsene di qui non c'è neppure il mondo

verso, il rovescio della prosa - si fa in fretta a dire rottura del tempo lineare quando anzitutto è questione di componenti minime dello spazio -- gridano l'un da una parte l'altro dall'altra dai portelloni aperti né sai dove vai dove sei se sei sono quelli del sindacato trasporti ogni sera pesce fritto per tutti ben attaccati al frigo delle bibite ed al mobile bar - e tutto era già là dipinto finanche in specularità anamorfiche sulle pareti del santuario, dal fiume più alcuna energia perniciosa, nemmeno la mancanza di idee che fondava tale credenza… piuttosto certe profondità spumeggianti che più niente esiste