Trattato primo, si dichiara che sono vuoti gli elementi interni.
Trattato secondo, nel quale sono dette essere vuote le sedi esterne, sensibili.
Trattato terzo, nel quale è detto che essendo vacue ed inesistenti la forma e gli aggregati lo è anche il corpo (che ne è costituito).
Trattato quarto, nel quale è esposto come siano vuoti ed inesistenti il mondo e lo spazio che ne è il supporto.
Trattato quinto, sulla vacuità ed inesistenza degli attributi.
Trattato sesto, sulla vacuità della stessa vacuità, e della realtà interiore grazie alla quale uno vede tutto ciò.
Trattato settimo, in cui si dichiara la vacuità della discendenza naturale.
Trattato ottavo, sulla vacuità infinita degli individui.
Trattato nono, sulla vacuità senza principio né fine della trasmigrazione.
Trattato decimo, suIIa vacuità di tutte le cose.
Trattato undicesimo, dove è dichiarata la vacuità della realtà assoluta.
Trattato dodicesimo in cui si dichiara che gli individui sono irreali.
Trattato tredicesimo, nel quale si afferma che le cose sono irreali.
Trattato quattordicesimo nel quale è detto che non essendovi crescita o diminuzione delle cose pure e impure, si rifiutano le cose salutari coeffettuate.
Trattato quindicesimo, dove si afferma che non essendovi crescita o diminuzione delle cose pure e impure, sono rifiutate tutte le cose salutari non coeffettuate.
Trattato sedicesimo, nel quale è detto che essendo vuote le cose salutari ed essendo la loro facoltà salvifica puramente immaginaria è altresì vacuo il non rifiutarle, ed è aggiunto che in ciò sono riassunte le varie specie di vacuità.
Trattato diciassettesimo, dove viene dispersa la distrazione costituita dall'immaginare una non esistenza.
Trattato diciottesimo, neI quale si disperde la distrazione costituita dall'immaginare l'esistenza.
Trattato diciannovesimo, nel quale viene refutata ogni attribuzione positiva.
Trattato ventesimo, nel quale si rifiuta ogni attribuzione negativa.
Trattato ventunesimo, nel quale si afferma essere insostenibile l'identità della materia con la vacuità.
Trattato ventiduesimo, dove si nega l'immaginazione che vi sia differenza fra la vacuità e la materia.
Trattato ventitreesimo, in cui si nega l'immaginazione di una qualche essenza.
Trattato ventiquattresimo, in cui si nega ogni immaginazione di un carattere particolare.
Trattato venticinquesimo, dove si afferma che le cose sono nominabili in quanto sono immaginarie, dunque non vi è una corrispondenza naturale fra i nomi e le cose.
Trattato ventiseiesimo, dove è detto che le cose sono soltanto nome, per cui il nome non va percepito come corrispondente a un oggetto. Siffatta l'intabulazione delle materie, il sommario d'un testo altrimenti indelimitabile.
Trattato secondo, nel quale sono dette essere vuote le sedi esterne, sensibili.
Trattato terzo, nel quale è detto che essendo vacue ed inesistenti la forma e gli aggregati lo è anche il corpo (che ne è costituito).
Trattato quarto, nel quale è esposto come siano vuoti ed inesistenti il mondo e lo spazio che ne è il supporto.
Trattato quinto, sulla vacuità ed inesistenza degli attributi.
Trattato sesto, sulla vacuità della stessa vacuità, e della realtà interiore grazie alla quale uno vede tutto ciò.
Trattato settimo, in cui si dichiara la vacuità della discendenza naturale.
Trattato ottavo, sulla vacuità infinita degli individui.
Trattato nono, sulla vacuità senza principio né fine della trasmigrazione.
Trattato decimo, suIIa vacuità di tutte le cose.
Trattato undicesimo, dove è dichiarata la vacuità della realtà assoluta.
Trattato dodicesimo in cui si dichiara che gli individui sono irreali.
Trattato tredicesimo, nel quale si afferma che le cose sono irreali.
Trattato quattordicesimo nel quale è detto che non essendovi crescita o diminuzione delle cose pure e impure, si rifiutano le cose salutari coeffettuate.
Trattato quindicesimo, dove si afferma che non essendovi crescita o diminuzione delle cose pure e impure, sono rifiutate tutte le cose salutari non coeffettuate.
Trattato sedicesimo, nel quale è detto che essendo vuote le cose salutari ed essendo la loro facoltà salvifica puramente immaginaria è altresì vacuo il non rifiutarle, ed è aggiunto che in ciò sono riassunte le varie specie di vacuità.
Trattato diciassettesimo, dove viene dispersa la distrazione costituita dall'immaginare una non esistenza.
Trattato diciottesimo, neI quale si disperde la distrazione costituita dall'immaginare l'esistenza.
Trattato diciannovesimo, nel quale viene refutata ogni attribuzione positiva.
Trattato ventesimo, nel quale si rifiuta ogni attribuzione negativa.
Trattato ventunesimo, nel quale si afferma essere insostenibile l'identità della materia con la vacuità.
Trattato ventiduesimo, dove si nega l'immaginazione che vi sia differenza fra la vacuità e la materia.
Trattato ventitreesimo, in cui si nega l'immaginazione di una qualche essenza.
Trattato ventiquattresimo, in cui si nega ogni immaginazione di un carattere particolare.
Trattato venticinquesimo, dove si afferma che le cose sono nominabili in quanto sono immaginarie, dunque non vi è una corrispondenza naturale fra i nomi e le cose.
Trattato ventiseiesimo, dove è detto che le cose sono soltanto nome, per cui il nome non va percepito come corrispondente a un oggetto. Siffatta l'intabulazione delle materie, il sommario d'un testo altrimenti indelimitabile.