29/08/07

Gherardo Bortolotti: Diario di oltre confine


Tra le macchine parcheggiate, mentre si avvicina il momento di partire,
bgmole chiede, senza pazienza: “Non è forse l’ennesima esperienza di campi di dati interrotti, incompleti, in parte inattendibili?”

eve si alza dalla panchina, con la borsetta di tela a tracolla e viene avanti, dicendo: “Parli di percentuali bassissime di popolazione, edotte in modo quasi esaustivo dello stato delle cose, collocate in uffici dirigenziali ad ampia metratura o su aerei privati, in volo sopra il Pacifico. Ma dimentichi che siamo smarriti tra gli ordini di realtà che attraversano le nostre giornate, e che siamo veri in parte nelle statistiche sul traffico, in parte nelle opinioni degli altri, in parte nei profili sociologici delle agenzie pubblicitarie.”
Erano i giorni in cui le comunità tematiche venivano istituite su pregiudizi verso determinati locali. I giorni in cui interi settori della mia memoria, su diversi livelli e secondo dislocazioni ragionate, venivano dedicati all’immagazzinamento di tecniche di base: ricaricare la cucitrice, preparare un caffè, chiudere uno spinello, allacciarmi le scarpe e la camicia. Mi ripetevo che ero assediato da grandi quantità di affermazioni ragionevoli, del tutto inutili, e formulavo tesi provvisorie sulla fine del mondo e sui danni che alla verità avrebbe potuto arrecare.
bgmole si muoveva nel cono d’ombra di una profezia di fallimento, di imperfezione, dovendo, tra le altre cose, seguire l’inasprirsi del suo fronte interno, le minacce di diserzione delle sue espressioni e gli scioperi semantici in corso nelle strade del suo lessico, delle sue conclusioni affrettate. Vedeva transitare, lungo i suoi giorni e quelli degli amici, dei colleghi, differenti stili di vita, costruiti a partire dalle strategie di marketing delle multinazionali ed importati, oltre le pianure della distribuzione e della stampa specialistica, nelle terre sempre vergini del proprio gusto privato. Incamminandosi lungo il viale, eve riprese: “Usciamo da regioni sociali di livello medio basso, governate dalle deduzioni per analogia, dalle frasi generiche, dai pregiudizi più comodi al capitale. E intanto costeggiamo le zone interne dell’ignoto, favoleggiate nelle narrazioni sul progresso, sull’estensione del nostro potere sul mondo per mezzo di processori a 64 bit, o sull’ulteriore apertura del mercato dei servizi.” Intanto maree di contrazioni inconsapevoli le attraversano i dodici muscoli attorno alla bocca. “Ecco i golfi in cui i dati vengono ad arenarsi.”


18/08/07

Greta Rosso: Grandine


è che noi avevamo smesso

di crederci:
la grandine, e i gradini di ametista che ri-
salivano le nostre cortecce cerebrali senza mai
giungere a meta effettiva
o solo la metà inattiva di un'intenzione
affatto accettata

avevamo smesso di crederci, di
posare croci sulle nostre mani da letargo, di
contrattare con il cuore rincretinito un nuovo
sistema nervoso
dove sentire sarebbe stato infine sentire e non più
pensarci sopra:
la grandine, quand'è arrivata
non ho dovuto levar le tende
perchè ero già altrove
ricominciato a crederci che
c'era ancora da rannicchiarsi
e ammirare questo cielo che viene giù e cola via
proprio come

(un ostacolo senza corridore)

14/08/07

Vittore Baroni: La galleria


Aldabra Ascensione Bikini

Capri Flores Formosa

Formentera Ischia Lastovo

Oeno Ohau Lampedusa

Guadalupa Gorgona Gomera

Madeira Manua Mururoa

Palau Pasqua Premuda

Trinità Vulcano Samoa

Dipingo isole…

Andromeda Aura Aludra
Cerere Castor Gomeisa
Fomalhaut Venere Hydra
Vega Denebola Thuban
Cassiopea Köbah Nettuno
Orion Betelgeuse Agena
Zosma Atlantide Urano
Antares Algorab Luna

Dipingo mondi…

Traghettatore natante marosi
Cromlech menhir faraglioni

Inferriate meandri rocciosi

Sepolcri effluvi apparizioni

Leoni guardiani alti cipressi

Nuvole oscure raggi lunari

Abissi amanti sul precipizio

Anime cinte in bianchi sudari

Dipingo l’isola
dei morti


Vittore Baroni per Le Forbici di Manitù
da L’ISOLA (2005-2007, inedito)


mailto:vittorebaroni@alice.it




Emanuela Biancuzzi: L'isola