Tra le macchine parcheggiate, mentre si avvicina il momento di partire, bgmole chiede, senza pazienza: “Non è forse l’ennesima esperienza di campi di dati interrotti, incompleti, in parte inattendibili?”
eve si alza dalla panchina, con la borsetta di tela a tracolla e viene avanti, dicendo: “Parli di percentuali bassissime di popolazione, edotte in modo quasi esaustivo dello stato delle cose, collocate in uffici dirigenziali ad ampia metratura o su aerei privati, in volo sopra il Pacifico. Ma dimentichi che siamo smarriti tra gli ordini di realtà che attraversano le nostre giornate, e che siamo veri in parte nelle statistiche sul traffico, in parte nelle opinioni degli altri, in parte nei profili sociologici delle agenzie pubblicitarie.”
Erano i giorni in cui le comunità tematiche venivano istituite su pregiudizi verso determinati locali. I giorni in cui interi settori della mia memoria, su diversi livelli e secondo dislocazioni ragionate, venivano dedicati all’immagazzinamento di tecniche di base: ricaricare la cucitrice, preparare un caffè, chiudere uno spinello, allacciarmi le scarpe e la camicia. Mi ripetevo che ero assediato da grandi quantità di affermazioni ragionevoli, del tutto inutili, e formulavo tesi provvisorie sulla fine del mondo e sui danni che alla verità avrebbe potuto arrecare.