13/10/07

Riccardo Cavallo - Ditlinde Persefone Mendez: Concerto per oggetti trovati e scatole nere (2/3) (1991)


L’iconografia locale, troppo alpestre. Si chiude la stanca epistola con amore e fellatio, scusa il decadente pennarello ed il faticoso lapis: la mano divenuta rapidamente portatrice di numerosi fantasmi. Questa la maledizione caduta sull’homo sapiens che la femmina generi maschi. C’è già la guerra, oibò. Ann’accis’a’n’at’puorrch! Era tanto un brav’uomo, è volato a iddio, ha trovato la sua isola in paradiso, yuppii, ain’t necessarily soo-ci ho er drago ragà. Er drago invisibbile, Elliott. Facce sognà. Andrò là nella macchia, vi è una plaja e tutt’intorno alberi arbustacei. Ma perché non vieni anche tu qui al sud? In codesto profondo sud così lacerato e borbonico. Mi dirigerò nello sfarzosissimo cavone dove una notte egli aveva caricato una pipa del pleistocene (lui, il drogato della stanza accanto, che per otto mesi dormì teneramente abbracciato con l’ultimo schiavo lampo, ormai si sarà rassegnato, che cazzo ne so, non avendogli più né telegrafato né telefonato). L’una colleziona quadri l’altra falli. Bisogna tentare la fortuna. Qui: un pensiero faticoso. Ciò nondimeno il percorso cognitivo è ivi sconosciuto, confoederatio helvetica, alpi svizzere. Il branco si accampa nella taverna o discoteca aziendale di turno, canta a squarciagola, beve alla bottiglia, all’unisono con il video blasfemo; la serata prosegue trascuratamente, cambierò lingua, pronosticò la locutrice, seguendo un principio d’inerzia e di minor resistenza, livreson a domicil, dal tremilacinquecento a.C., un’iniziativa dell’associazione mugnai di Sanroccocastagnaretta-dove, cosa.
Sull’aria di o vaga ninfa. Fra iridate orchidee e flebili pensieri, a ridosso di pure apparenze era la vita, la vita stessa mollissimamente svaccata e discretamente discinta - sofisticate procedure d’interfaccia fra nulla e nulla, senza fine. Allora scesero piogge d’oro, fra sottili motivazioni teologiche di questo ed altro. Solcato da nubi polverose che salgono in alto trattenendo il tempo un cielo fisso. Tropicale, in queste terme, l’insistenza dell’aria, cui nessuno pensa. Di solida vocazione suicidaria e fermamente omicida l’intera area della provincia: sensibilmente differenziata nelle sue estensioni, in perfetta bestialità d’intenti. I nomi: una festa di fantasmi (numerare distanze è dar loro dei nomi, Tenibre, Queyras, Veil del buc), si dica fin dall’inizio come premessa al deperimento delle misure, del luogo metrico altrimenti chiamato spazio.


(continua)