11/05/07

Greta Rosso: Sette note atroci a ritroso, dicono possa abrogare certe apocalissi, e si portò avanti la Colonia, la Colonia instabile.

1

-E quali linee percorrere sempre, per non finire basse, deformi, infine schiantate?
-Mi muovo talvolta sotto nomi diversi, nomi che hanno i bambini che nessuno picchia mai. Ogni giorno mi guarderanno negli occhi senza sapere che quando a casa qualcosa va storto digrigno i denti schiumo e bestemmio.

2

Varianti all'urlo: a)Giochi di prestigio senza voce. b)Recite per sole formiche e steli. c)davanti allo specchio bamboline vezzose o pescecani. d) Varianti minori (le mani dentro; il cuore fuori sovra, molto esposto. accennare al limite un tonfo di rammarico, un passetto di corsa per scongiurare ogni asciutta disperazione)

3

Il mio silenzio/assenso un morso di topo sulla guancia. Se infetto non lo curo perchè ho vergogna. Infine, da copione: rassicurare sull'assenza della mia peraltro evidente. E se investita di piena lucida rabbia mi armassi di nuovi denti, e via a intaccare e rodere ogni, e se poi gli occhi mi crescessero a dismisura a inglobare ogni, se fossi mostro come quello che talvolta, nelle giornate buie e inevitabili è?

4

(di seguito riportiamo senza riserbo:)
Resta solo un ricordo fetente, abbagliato, dello stare al mondo in quei pomeriggi sospesi, la stanza fredda in penombra, i vestiti arrotolati come un furto.
(nessun movimento: nell'ombra la mano si congestionava sul suo collo)
(e: senza fiatare)

5

(ripetere, ringhiare)E se investita di piena lucida rabbia mi armassi di nuovi denti, e via a intaccare e rodere ogni ***, e se poi gli occhi mi crescessero a dismisura a inglobare ogni ***, se fossi mostro come quello che talvolta, nelle giornate buie e inevitabili è?

6

L'angolo retto di tanta perfidia merdosa, vasta e pulsante +
perchè altrimenti dovrei pensare che ti sei rincretinita, o qualcosa. = _____________________________________________________

ecco infine a parole il fiore tardivo della mia rabbia.

7

Mi dico smetti, smetti di respirare, questo cielo è vuoto, restano solo le stringhe scure dei binari sui quali scivola sempre più via la mia piccola me. Non ci resta che chiuderci dentro le nostre proprie mani e cercare una volta più soffitto, contro la quale si possano infrangere i nostri Sbagliato.

TESI

1-Come mozzi glabri, raccontarsi di un viaggio che si può fare anche con la nave capovolta: il ponte sommerso in acqua, bolle cupe nelle profondità palesano il movimento.

2-I respiri permangono rotanti: anidride carbonica che parrebbe prossima all'orale sortita, e rifugge ululando giù nei polmoni alla vista dell'aria pulita; l'aria carica di ossigeno lanciata col petto in fuori alla volta del cavo, e se la da a gambe di fronte agli spaventosi scarti di una respirazione che tutto distrugge, impantana, affoga.

3-Vorremmo almeno essere un'architrave. Di qui non passerebbe l'artista, l'impulso genitale, la donna, il conte in vestaglia, il culo, il risveglio, l'estasi. Ma estasi è un vocabolo sgradevole e riesce a passare, mentre ridiamo della sua goffaggine, e viene ri-elevato al rango di certezza.

4-L'espletamento del mio dovere di ora è inconcusso, ma non sufficiente. Una lezione di fisica imparata a memoria. Non posso più rispettare il sapere. Quell'unopiùuno non trova risultati concordi. So solo il quadrimestre, e il suo nome è tautologia.

5-Orbene io ti dirò: occorre dirigere, rendere reversibile, riconoscere come ingenerato. L'unica risposta è senso di insoddisfazione nel basso ventre, mi alzo e vado a pisciare

6-Ogni sensazione, che sia durata anche meno dell'Istante di protocollo, è imperitura e ora insopportabile.

7-Moira non vorrebbe questo. Non lo vorrebbe così.

8-Sì.

9-No.


10-(è impronunciabile, ma il silenzio lo svela)